Il coltello nella letteratura (Step #23) Nell'ambito letterario esiste un romanzo dal titolo " Che tu sia per me il coltello" di David Grossman. Si può trovare su internet questo libro ed una raccolta di brani sul coltello .
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La musica (Step #21) Esiste un gruppo che prende il nome di " Pocket Knife Army " e varie sono le canzoni che parlano del coltello o che lo citano nello stesso titolo della canzone. un esempio è The Pocket Knife di di PJ Harvey di cui riposto il testo: Please don't make my wedding dress I'm too young to marry yet Can you see my pocket knife? You can't make me be a wife How the world just turns & turns How does anybody learn? Mummy, put your needle down How did you feel when you were young? 'cause I feel like I've just been born Even though I'm getting on How the world slips by so fast How does anybody last? As the world keeps coming And the bees keep humming And I'll keep running Flowers I can do without I don't wanna be tied down White material will stain My pocket knife's gotta shiny blade I'm not trying to cause a fuss I just wanna make
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IL coltello nell'arte (Step #19) Particolare è "The Knife Angel " situato all'esterno della cattedrale di Chester che appunto rappresenta un angelo fatto interamente da coltelli. Invece è possibile osservare più tipologie di coltelli nel dipinto risalente al XVII secolo di Jan Steen intitolato " Argument over a Card Game " nel quale si vede una rissa e vari personaggi impugnare coltelli e pugnali pronti all'attacco.
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Il coltello e la cucina (Step #18) Non è facile trovare il coltello tascabile in cucina ma viene subito in mente una cucina un po' più semplice e quotidiana quale quella che vede ogni giorno pastori ed agricoltori utilizzare, senza mai separarsene, il coltello a serramanico (sanfratellano nel nostro caso) fondamentale per la cucina più "agricola". Infatti quando ci si trova in campagna e giunge il momento del pranzo, la presenza del coltello è indispensabile.
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L'evoluzione della cosa (Step #15) Una possibile evoluzione del coltello sanfratellano potrebbe essere l'introduzione di un lettore di impronte tale da renderlo personalizzato e dare maggiore sicurezza al proprietario. Un'altra innovazione sarebbe l'uso di nuovi materiali più o meno pregiati per coltelli da esposizione o per uso quotidiano che o anche la produzione di coltelli non solo tascabili, anche se già di varie forme e dimensioni, ma anche di nuove tipologie in modo da poter accrescere il mercato e l'esportazione a livello prima regionale, poi nazionale ed infine farlo conoscere in tutto il mondo.
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Il coltello come simbolo (Step #14) Ritroviamo la figura del coltello in vari campi, ad esempio è simbolo di carica militare o di giustizia nell'araldica, spesso viene utilizzato per indicare la virilità, per poi passare al concetto più primitivo di lama che si riscontra in ogni cultura come simbolo di mascolinità (basta pensare alle cariche militari che vengono ancora distinte per il numero di punte che ricordano la lama) attraverso una molteplicità di rappresentazioni come anche il motivo dentellato che spesso veniva posto nelle facciate dei templi.
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I materiali (Step #12) Il coltello artigianale tipico di San Fratello presenta lama e molla forgiate a mano in acciaio al carbonio e manico in ferro forgiato anch'esso a mano e corno bovino lavorato e raffinato per rivestire il manico. Altre possibili versioni vedono la presenza della lama in damasco oppure l'assenza del manico in corno di bovino (muflone) ed un semplice rivestimento di metallo.
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I proverbi (Step #10) Dalla cultura contadina dei nostri avi ci giungono proverbi e modi di dire alcuni molto famosi, altri meno ad esempio: Pane duro e coltello che non taglia Tenere il coltello dalla parte del manico A duro coltello dura cote Al bambino, al matto e al villano, togli il coltello dalla mano Amor di fratelli, amor di coltelli Forbici, coltelli e cerini non vanno bene in mano ai bambini Il coltello taglia in fretta, se lo aiuta la forchetta In guaina d’oro coltello di piombo La lingua del cattivo amico taglia più del coltello Ogni coltello aspetta il suo coltello Un coltello affila l'altro Er mejo amico mio ce l’ho in saccoccia (In riferimento al coltello tascabile, proverbio romano) Rigirare il coltello nella piaga Chi di lama ferisce di lama perisce Tal guaina tal coltello Pane di fratello, pane e coltello: pane di marito, pane ardito Il denaro in tasca al giovane è un coltello in mano al fanciullo Paroli ri cutieddu, parole di coltello
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Un film (Step #07) Due sono i film che purtroppo non sono ancora stati girati ma di cui si sono presentati i progetti e di uno è stato persino pubblicata la sceneggiatura. Entrambi i film riguardano la storia di San Benedetto il moro da San Fratello. Il primo, più recente, risale al settembre del 2018 e prende il nome di Benedetto ideato da Roberto Marsala; invece il secondo dal titolo Benedict è stato scritto dal regista Carlo Cotti e nel maggio del 2012 venne pubblicata la sceneggiatura.
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Storia del nome del luogo (Step #06) Dubbiose sono le sue origini e poche le fonti certe. Alcuni tra i più antichi reperti archeologici, pongono l’origine primaria del luogo in Sosipolis “città della salvezza” nona torre della Sicilia nel XII secolo a.C. A seguito di studi, ritrovamenti e documenti si è giunti ad attribuire Apollonia come città originariamente presente nel sito dove oggi sorge il Monte Vecchio; altopiano presente all’entrata del paese, dove attualmente si trova il sito archeologico ed il santuario dedicato ai tre santi martiri Alfio, Filadelfio e Cirino. Apollonia fu una colonia di fondazione dorica. Essa venne distrutta dagli arabi nel IX secolo e la sua popolazione dispersa. La popolazione si rifugiò nelle campagne circostanti e ben presto riedificò un nuovo piccolo centro, attorno a Rocca Forte, dove la regina Adelaide, terza moglie del conte Ruggero il Normanno, fece costruire un castello. Questa nuova città prese il nome di Demena, come attestato
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Citazioni (Step #04) Dal libro La corda pazza di Leonardo Sciascia (precedentemente citato) riporto le due principali parti in cui viene citato il paese di San Fratello. In questa prima parte parla del vernacolo e della poetica presente nel luogo. Qui invece descrive la tradizione della festa dei giudei che si svolge ogni anno nei giorni del mercoledì, giovedì e venerdì santo.